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ospedale sanbiagio

DOMODOSSOLA- 24-01-2017- Attacco al San Biagio. Ancora una volta

i poteri forti lacuali provano a strappare il San Biagio agli ossolani. Il tentativo ripercorre quelli precedenti, depauperare lentamente alcuni reparti sino a rendere nullo il Dea. Sulla questione, prima che gli ossolani (la popolazione, non tutti i politici ndr.) si “scaldino” nuovamente, interviene il sindaco domese Lucio Pizzi, che lancia un aut aut ai vertici regionali e dell'Asl: “In questi giorni – scrive Pizzi al vicepresidente regionale Reschigna, all'assessore Saitta ed al dirigente dell'Asl Vco Caruso- sono venuto a conoscenza che la dirigenza dell'Asl Vco avrebbe intenzione di “riorganizzare” l'assistenza al parto e le cure pediatriche presso l'Ospedale San Biagio di Domodossola. Ciò che però appare emergere è che la riorganizzazione porterebbe ad un veicolamento dei parti verso Verbania, in quanto Domodossola nel concreto finirebbero per restare solo i parti d'urgenza, dato questo che si accoppia negativamente con quello dei parti indolori previsti solo a Verbania. Se interventi di “riorganizzazione” o “razionalizzazione” che si dir si voglia vanno effettuati, proprio per il significato stesso del termine “razionalità” non possono certo venire proposti nelle aree montane, già costrette a vivere il disagio della marginalità. In queste aree attendiamo solo reali interventi di miglioramento. Ma l'elelmento più grave è che accettare i provvedimenti “tecnici” che si paventano condurrebbe non solo ad un impoverimento del San Biagio ma metterebbe a certo rischio la sopravvivenza del suo Dea, che invece era stato individuato dalla Rappresentanza dei sindaci come Dea di riferimento dell'Intera provincia. Mi vengo a trovare, almeno in questo passaggio, assolutamente in linea con l'impegno assunto dai sindaci del territorio al momento della loro adesione al progetto dell'ospedale Unico di Ornavasso “collina”: infatti era stato stabilito che nulla sarebbe stato modificato fino all'eventuale apertura de nuovo presidio, così come annunciato pubblicamente anche da noti esponenti politici regionali e nazionali, e quindi nessun servizio deve essere depauperato o sottratto agli ospedali della Provincia fino ad allora. Concludo quindi ragionando sull'ipotesi che se motivi tecnici o procedurali rendessero necessaria la valutazione da parte della dirigenza dell'Asl Vco di abbandonare l'esperienza del Country pediatrico, allora un giorno prima andrebbe certamente riaperto il reparto di Pediatria presso l'ospedale San Biagio di Domodossola, con dirigenti medici autonomia da Verbania al fine di non incentivare trasferimenti inappropriati. Allo stesso modo in caso di qualunque impoverimento dell'attività del Punto Nascite di Domodossola, un giorno prima andrebbero certamente riaperti il reparto di ostetricia e ginecologia presso l'ospedale san Biagio di Domodossola. Ciò come spiegato al fine di garantire i necessari servizi sanitari ai cittadini dell'ossola ed al mantenimento del Dea presso l'ospedale San Biagio di Domodossola. L'esperienza vissuta nei quindi anni precedenti, quando con ripetuti tentativi si è cercato di ridurre o chiudere l'attività collegate alle nascite dell'ospedale San Biagio, è ancora una ferita aperta nella sanità ossolana per i disagi ed i rischi subiti, tali da indurre anche alla mobilitazione popolare. Oltre al timore peri gravi rischi alla salute, mi preoccupa la mancanza di oculatezza con cui si tenta ancora di impoverire un territorio già sofferente con provvedimento i cui effetti andrebbero ben oltre i disagi immediati. In qualità di sindaco di Domodossola, responsabile della salute, del benessere dei miei cittadini e della qualità della vita nel territorio di mia competenze, mi permetto di manifestare quindi con vigore la mia assoluta contrarietà ai provvedimenti in oggetto e a qualunque tipo di provvedimento che comporti il benchè minimo depauperamento dell'ospedale san Biagio di Domo o che metta a rischio la sopravvivenza del suo Dea”.